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10 Aprile 2024

La risonanza magnetica in neurologia veterinaria

risonanza cane

Negli ultimi decenni si è sempre più diffusa anche nella medicina veterinaria la risonanza magnetica come ausilio diagnostico, con notevoli progressi negli ultimi anni grazie all’utilizzo di software sempre più sofisticati.

La risonanza magnetica permette di ottenere immagini tridimensionali degli organi interni dei nostri pazienti e risulta particolarmente utile per lo studio del sistema nervoso centrale, che, racchiuso in “scatole” ossee come il cranio e la colonna vertebrale, presenta non poche limitazioni quando indagato tramite raggi x come nelle radiografie e nella tomografia computerizzata (TC).

Con la risonanza magnetica si possono ottenere immagini con un ottimo livello di dettaglio senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti (come i raggi x) e di identificare alterazioni patologiche con notevole precisione e senza invasività.
Con le moderne macchine “a basso campo”, quindi dotate di un magnete in grado di generare un campo magnetico a bassa intensità, non sussistono reali pericoli nemmeno in presenza di protesi metalliche o altri corpi metallici che possono essere presenti nel paziente.

Nei nostri pazienti lo studio di risonanza va eseguito in anestesia, perché è necessario che il paziente rimanga immobile per tutta la durata dello studio, che può essere variabile (in media tra i 20 e i 90 minuti), pertanto è consigliabile eseguire esami del sangue e una valutazione anestesiologica per assicurarsi che non ci siano controindicazioni all’anestesia.

Risonanza magnetica del cranio di un cane
Risonanza magnetica del cranio di un cane: scansioni T2 pesate

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