Il nostro reparto di chirurgia si fonda sulla collaborazione fra diversi professionisti : chirurghi, anestesisti e infermieri di sala operatoria. Questo ha un duplice risvolto sulla salute dei nostri Amici a quattro zampe: oltre a consentire la presenza costante di un chirurgo, un anestesista e un infermiere su ciascun paziente che entra in reparto, è concepito per rendere possibile un aggiornamento professionale continuo del personale.
I servizi offerti sono i seguenti:
- Sterilizzazione Preventiva Cane e Gatti
- Sterilizzazione patologica
- Gastropessi Preventiva
- Chirurgia oncologica
- Chirurgia d’urgenza come torsioni di stomaco (GDV), emoaddomi
- Chirurgia toracica
Sterilizzazione Preventiva Cani e Gatti
La fisiologia riproduttiva di gatti e cani differisce in modo significativo.
Come la maggior parte degli animali domestici, entrambe le specie attraversano quattro fasi del ciclo estrale: proestro, estro, diestro e anestro.
Tuttavia, il ciclo ovarico felino è stagionale con poliestro, con una quinta fase di assenza di estro, mentre il ciclo ovarico del cane non è considerato stagionale. Il proestro nei gatti ha una durata inferiore rispetto ai cani e, a differenza di questi, di solito non è visibile esternamente perché la vulva felina non risponde agli estrogeni.
Anche la fase del diestro presenta differenze nelle due specie. Nel gatto, la formazione di corpi lutei richiede l’induzione dell’ovulazione e nei gatti non in gravidanza il corpo luteo rimane funzionante per circa 37 giorni. Al contrario, i cani ovulano spontaneamente.
Gatte in calore si presentano più trattabili, accettando e richiedendo carezze, portando il treno posteriore alzato e la coda sollevata, non si apprezzano variazioni degli organi sessuali secondari come vulva e mammelle.
Nei cani si apprezza invece un aumento di volume della vulva, che risulta anche iperemica per l’aumento di vascolarizzazione. Anche le mammelle tendono ad aumentare di volume. I maschi si avvicinano con più insistenza ma vengono rifiutati dalla femmina finchè non è nel periodo fertile.
Il non provvedere alla sterilizzazione preventiva di questi animali aumenta il rischio di incidenza di patologie dell’apparato riproduttore, sia per quanto riguarda patologie di utero ed ovaie che di mammelle.
Ma a che età è il caso di sottoporli a chirurgia?
Nel corso degli anni sono state effettuate revisioni della letteratura, indicando ad oggi come momento più idoneo per la sterilizzazione preventiva del cane l’intervallo tra il primo e secondo calore, o al più tra secondo e terzo.
Viene così annullato il rischio di patologie di utero e ovaie, e neoplasie mammarie benigne, si riduce l’insorgenza di neoplasie maligne in altri distretti e lo stimolo ormonale ricevuto dalle ghiandole mammarie non è stato tale da aumentare l’incidenza di neoplasie mammarie potenzialmente maligne.
In più la paziente ha raggiunto uno sviluppo somatico ottimale, e verosimilmente anche comportamentale.
Nelle gatte è consigliabile effettuare la sterilizzazione, non prima del raggiungimento dei 2/3 di sviluppo somatico o al più tardi ai primi segni di calore, in quanto la stimolazione ormonale subita dal tessuto mammario più frequentemente può generare neoplasie mammarie, che sono nella quasi totalità a carattere maligno.
Per quanto riguarda le implicazioni comportamentali non ci sono studi sufficienti a valutare gli effetti di una sterilizzazione troppo precoce. Previa visita clinica ed analisi ematobiochimiche a confermare il buono stato di salute dei pazienti è possibile programmare l’intervento, che per quanto riguarda il cane è suggeribile effettuare a tre mesi dalla fine del calore in modo da ridurre i rischi di aumentati sanguinamenti ed infiammazioni intra e post operatori dovuti al calore stesso. Mentre nei gatti è possibile effettuare l’intervento in qualsiasi momento.
Laparascopia
L’intervento di sterilizzazione può essere effettuato sia in chirurgia tradizionale laparotomica, che in chirurgia miniinvasiva laparoscopica.
Una volta appurata l’assenza di alterazioni macroscopiche uterine, valutandolo a mezzo di ecografia o
intraoperatoriamente, è possibile asportare solo le ovaie, con conseguente progressiva atrofia dell’utero.
In base alla mole del paziente e alla tipologia di intervento chirurgico cambierà la durata e severità del periodo post
operatorio.
Di media per una sterilizzazione laparoscopica il paziente dovrà portare mezzi di protezione delle ferite per
evitare lambimenti delle stesse e cercare di evitare salti e corse potendo effettuare tutte le passeggiate che vuole al
guinzaglio per circa 12 giorni. Con una chirurgia tradizionale il periodo di riposo si allunga a 4 settimane, e non sono
ammessi sgarri. In ambedue i casi il paziente dovrà essere sottoposto a terapia antinfiammatoria per via orale, e in casi
selezionati anche a terapia antibiotica.
A seguito di sterilizzazione possono presentare tendenza all’aumento di peso. Nel caso in cui a parità di attività fisica e
quantitativo di cibo assunto dovesse presentarsi questo problema, è tendenzialmente sufficiente modulare la dieta per
contrastare il sovrappeso.
Altra alterazione che potrebbe insorgere è l’incontinenza urinaria, soprattutto se presenti altri fattori che ne aumentino
l’incidenza come aumento del peso corporeo, uretra di dimensioni ridotte con vescica pelvica, e predisposizione di
razza. Patologia tendenzialmente responsiva a terapia medica.
Nei soggetti maschi le indicazioni per eseguire una chirurgia preventiva sono il controllo delle nascite o il rischio di
contrarre malattie a trasmissione sessuale. Si rende necessario l’intervento chirurgico terapeutico in caso di patologie
prostatiche, anomalie primarie delle gonadi, o alterazioni dell’apparato riproduttore come la mancata discesa di uno o
entrambi i testicoli nel sacco scrotale (criptorchidismo), prevenendo così la torsione testicolare o la possibile evoluzione
in neoplasia.
Per quel che riguarda i gatti l’età minima per poter essere sterilizzati riducendo il rischio di patologie future coincide col
cambio di dentizione e la presenza di spicole peniene, indicativamente intorno ai 6 mesi.
Nei cani, a fronte anche della ben più ampia varietà di taglie, l’età minima a cui effettuare la chirurgia viene valutata in base al completamento dello sviluppo somatico e comportamentale, in ogni caso non prima dei 6 mesi.
Per quel che riguarda la castrazione dei cani con testicoli in sede scrotale o inguinale il post operatorio prevede
l’utilizzo di mezzi di protezione della ferita dal lambimento ed il paziente andrà mantenuto a regime di riposo per circa
12 giorni in maniera similare a quanto avviene per la sterilizzazione della femmina. Nel caso in cui i testicoli siano a
sede addominale il periodo post operatorio potrebbe prolungarsi fino a tre settimane, in dipendenza del tipo di chirurgia
effettuata. In tutti i casi il paziente dovrà essere sottoposto a terapia antinfiammatoria per via orale, e in casi selezionati
anche a terapia antibiotica.
La chirurgia con testicoli in sede scortale nei gatti comporta un’incisione dello scroto, che tende a cicatrizzare
spontaneamente senza necessità di punti, e solitamente non prevede la somministrazione di farmaci nel periodo post
operatorio. Le uniche accortezze riguardano la sera stessa della chirurgia, in cui è preferibile mantenere il paziente a
temperatura controllata ed in ambiente vigilato. Nel caso in cui i testicoli siano a sede inguinale o addominale, la
gestione post operatoria è sovrapponibile a quello del cane.
Gastropessi Preventiva
La gastropessi preventiva permette di annullare il rischio di torsione di stomaco (GDV, Gastric Dilation Volvulus), patologia frequente in cani di taglia grande e gigante a torace profondo, che mette a repentaglio la loro vita.
L’eziologia della patologia non è completamente nota, fattori predisponenti sembrano essere, insieme alla conformazione del paziente, l’effettuare un unico pasto al giorno, il mangiare e bere con foga, l’effettuare attività fisica dopo il pasto.
La gastropessi consiste nel creare un’adesione permanente dello stomaco (nella porzione dell’antro pilorico) alla parete addominale destra, mantenendolo in posizione fisiologica ma evitando che possa torcersi.
Esistono svariate tecniche, sia in chirurgia aperta (laparotomia, associata o meno ad endoscopia) che in chirurgia miniinvasiva (laparoscopica o laparo assistita).
E’ suggeribile effettuare questo tipo di procedura a sviluppo somatico completato, ad un’età variabile in base alla razza, indicativamente non prima dei 10-12 mesi di età.
Dopo aver effettuato un’accurata visita clinica, ed aver sottoposto il paziente agli esami ematobiochimici del caso, è possibile programmare l’intervento, che viene eseguito in day hospital. Effettuando la chirurgia in laparotomia il paziente avrà un’incisione celiotomica dallo sterno all’ombelico.
Mentre in tecnica miniinvasiva laparo assistita le incisioni saranno due: una di 5 mm subombelicale ed una di circa 5 cm paracostale destra.
Infine la tecnica totalmente laparoscopica prevede tre incisioni di 5 mm, una subombelicale e le altre due sempre mediane e di pari dimensione a distanza variabile in relazione alla taglia del paziente.
In tutti i casi il paziente dovrà portare mezzi di protezione delle ferite per evitare il lambimento delle stesse per circa 12 giorni. Dovrà essere mantenuto a regime di riposo, evitando salti e corse ma potendo effettuare passeggiate anche di lunga durata, per un tempo variabile in base al tipo di procedura svolta. Indicativamente 15 giorni per le tecniche miniinvasive e 30 per la tecnica laparotomica.
L’alimentazione dovrà essere dilazionata in più pasti giornalieri per evitare sovradistensioni dello stomaco che potrebbero compromettere la corretta cicatrizzazione della gastropessi.
Dovranno essere somministrati antinfiammatori per circa 4 giorni. Verranno effettuati dei controlli chirurgici a circa 7 e 14 giorni dalla procedura, una volta confermata la corretta cicatrizzazione delle ferite ed il buon stato del paziente questi potrà essere riportato a svolgere le sue attività abituali.
Sterilizzazione Patologica
La fisiologia riproduttiva di cani e gatti è diversa ed anche le sue manifestazioni. Per quanto concerne i pazienti felini durante il periodo del ‘calore’ si hanno generalmente vocalizzazioni, andatura col posteriore alzato, strusciamenti frequenti, irrequietezza, assenza di aumenti di volume della vulva o perdite dalla stessa. Nei cani comunemente si riscontra aumento di volume ed iperemia della vulva, perdite ematiche che possono essere più o meno abbondanti.
Nel caso in cui non si sia intenzionati a far riprodurre il proprio cane o gatto è suggeribile sottoporlo a sterilizzazione preventiva. Un paziente intero (non sterilizzato) può presentare svariate patologie secondarie alla stimolazione ormonale, tra le quali la più nota e grave è la piometra (raccolta di pus all’interno dell’utero), ma si annoverano anche neoplasie ovariche o uterine, cisti ovariche o uterine, endometrite, emometra, idrometra, prolasso uterino, torsione dell’utero. La stimolazione ormonale può predisporre anche all’insorgenza di neoplasie mammarie.
I sintomi di queste patologie sono variabili, potendo presentarsi alterazioni del calore, perdite vulvari, più o meno dense e maleodoranti disoressia (riluttanza all’alimentarsi), abbattimento, poliuria (minzioni frequenti e abbondanti) e polidipsia (maggiore richiesta di acqua).
Le patologie primarie dell’apparato riproduttore sono risolvibili chirurgicamente, ma in base ai riscontri della visita e diagnostica verrà valutato lo stato del paziente e l’urgenza nell’intervenire chirurgicamente. E’ possibile, e alle volte necessario per stabilizzare il paziente, intraprendere una terapia medica per dare tempo all’organismo di migliorare la sua condizione per sostenere un’intervento.
Alcune di queste patologie possono mettere a repentaglio la vita del paziente, che dovrà essere ricoverato per effettuare monitoraggi e terapie del caso.
La chirurgia dell’apparato riproduttore consta in questi casi dell’asportazione di ovaie e utero (ovarioisterectomia), con accesso celiotomico da ombelico a pube. Nel post operatorio il paziente dovrà portare dei mezzi di protezione della ferita per evitarne i lambimenti per circa 12 giorni, dovrà evitare salti e corse per circa 4 settimane, dovrà proseguire le terapie iniziate durante la fase di ricovero ed essere sottoposto a controlli frequenti.
Nel caso in cui siano presenti neoformazioni mammarie queste dovranno essere asportate ed analizzate per individuare la loro identità. L’esame citologico, poco invasivo, purtroppo non fornisce indicazioni utili per discernere il tipo di neoplasia. Nel cane intero la percentuale di incidenza di neoformazioni con carattere di malignità è similare alle benigne. In caso di malignità è suggeribile effettuare la stadiazione della neoplasia per individuare la presenza di eventuali metastasi, la diagnostica più esaustiva è l’esame Tc, che permette di evidenziare neoformazioni sopra i due mm, esplorando tutto il corpo del paziente, ricostruendolo tridimensionalmente. Potrebbe rendersi necessario seguire un percorso oncologico successivo con somministrazione di farmaci chemioterapici.
Differente il discorso per quanto riguarda le gatte. In questi pazienti la percentuale di incidenza di neoplasie a caratteristiche maligne è di circa il 90%, ed il drenaggio linfatico è totalmente differente rispetto al cane. Si rende quindi necessario asportare ambedue le file mammarie anche in presenza di un unico nodulo. E’ consigliato effettuare la stadiazione prima dell’asportazione chirurgica vista l’alta incidenza di malignità in modo da poter evidenziare la presenza di metastasi e poter pianificare il miglior approccio clinico e chirurgico.
E’ quindi suggeribile effettuare la sterilizzazione preventiva, per evitare di mettere a repentaglio la vita del paziente e ridurre i tempi di ripresa.
GDV – Torsione di stomaco
La torsione di stomaco è una patologia che mette a repentaglio la vita di cani di taglia grande e gigante a torace profondo.
L’eziopatogenesi non è completamente nota, ma sembra che effettuare un unico pasto giornaliero, soprattutto se con foga, e svolgere attività fisica dopo essersi alimentati, favorisca il volvolo gastrico, insieme alla presenza di patologie gastroenteriche. Lo stomaco ruota sul suo asse, intrappolando l’aria all’interno del suo lume. L’aria intrappolata aumenta la pressione intragastrica, che, a sua volta, diminuisce il flusso venoso attraverso l’addome per compressione diretta. Si avranno di conseguenza ipertensione portale, ipotensione sistemica, risultando in shock cardiogeno. L’ipertensione produce stasi venose con necrosi tessutale con traslocazione batterica. La pressione sul diaframma dello stomaco disteso rende l’inspirazione più difficile e diminuisce ulteriormente gli scambi di ossigeno.
I pazienti con patologia in atto si mostrano irrequieti, con tentativi di vomito improduttivo o emissione di schiuma, e l’addome si dilata velocemente. In presenza di questi sintomi è necessario recarsi il prima possibile dal veterinario.
Alla visita il paziente potrà presentare sintomi variabili in base alla gravità della condizione, la distensione addominale con presenza di timpania è generalmente sintomo costante. Il sospetto diagnostico viene confermato radiograficamente.
E’ necessario a questo punto intraprendere la rianimazione del paziente, che varierà per tipologia e tempi in base alla presentazione, ma comprenderà sempre la decompressione gastrica per diminuire le pressioni addominali e favorire il ripristino del circolo. E’ suggeribile esplorare chirurgicamente l’addome del paziente appena possibile in modo da accertarsi della vitalità degli organi oltre che per risolvere la torsione gastrica.
Mediante un celiotomia mediana a partenza dallo sterno fino almeno alla cicatrice ombelicale viene riposizionato lo stomaco in posizione fisiologica, viene valutata la vitalità dello stesso ed eventualmente asportate parti necrotiche. In corso di torsione gastrica è possibile avere anche danni ischemici a carico della milza o la sua torsione, che potrebbe comportarne l’asportazione. Tutto il pacchetto gastrointestinale viene valutato per escludere la presenza di corpi estranei o stenosi/restringimenti che possano aver favorito la torsione gastrica. Una volta esplorati tutti i visceri addominali per escludere patologie concomitanti si procede con l’ancoraggio dello stomaco nella sua porzione dell’antro pilorico alla parete addominale destra (gastropessi).
Il paziente necessiterà poi di ricovero per monitoraggio e somministrazione di tutte le terapie del caso in relazione alla condizione di ingresso ed esito della chirurgia, per un tempo variabile tra le 48 e le 96 h. Una volta dimesso dovrà essere alimentato con pasti piccoli e frequenti per circa un mese, dovrà essere tenuto a regime ristretto per quanto riguarda l’attività fisica per circa un mese, con mezzi di contenzione per evitare lambimentti delle ferite per circa 12 giorni, e dovranno essere somministrate tutte le terapie del caso in base ai rilievi effettuati.
E’ quindi suggeribile effettuare in maniera preventiva la gastropessi onde evitare di rischiare la vita del paziente, e poter effettuare un post operatorio meno gravoso.