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11/05/2025

Cataratta nel cane: diagnosi, cause e trattamento della perdita di trasparenza del cristallino

La cataratta è una patologia oculare progressiva caratterizzata dalla perdita di trasparenza del cristallino, la lente biconvessa situata all’interno dell’occhio. Si manifesta come un’opacità che può coinvolgere parzialmente o totalmente il cristallino, compromettendo la capacità visiva del cane.

Nei casi più gravi, può condurre a cecità completa. Il riconoscimento precoce e l’intervento tempestivo sono essenziali per preservare la qualità della vita dell’animale.

cataratta cane

Cos’è la cataratta

Nel cane sano, il cristallino è perfettamente trasparente e consente il passaggio e la rifrazione della luce verso la retina. La cataratta si verifica quando le fibre proteiche che lo compongono perdono la loro disposizione ordinata, causando accumuli di materiale opaco. L’entità dell’opacità determina il grado di compromissione visiva: si può andare da un leggero offuscamento a una completa cecità.


Classificazione della cataratta

La cataratta può essere classificata secondo diversi criteri:

  • In base all’eziologia:
    • Ereditaria/congenita: documentata in numerose razze, spesso manifesta nei primi anni di vita.
    • Senile: correlata all’età, tipica nei cani anziani.
    • Metabolica: spesso associata al diabete mellito.
    • Traumatica: causata da lesioni oculari.
    • Secondaria: insorge come conseguenza di altre patologie oculari (uveite, glaucoma).
    • Tossica: indotta da farmaci o sostanze chimiche.
  • In base all’estensione:
    • Incipiente: piccola opacità; la visione è ancora funzionale.
    • Immatura: l’opacità copre una porzione significativa del cristallino.
    • Matura: il cristallino è completamente opaco.
    • Ipermatura: degenerazione avanzata, con perdita di volume e possibile fuoriuscita proteica (facolisi).
  • In base alla localizzazione:
    • Nuclearecorticalecapsulare anteriore o posteriore.

Sintomi clinici

I sintomi variano a seconda dello stadio e della rapidità di progressione:

  • Opacità visibile della pupilla (bianco-grigiastra)
  • Ridotta reattività alla luce
  • Incertezza nei movimenti, urti contro oggetti
  • Difficoltà nel salire/scendere scale
  • Comportamento esitante o timoroso in ambienti nuovi
  • In alcuni casi: arrossamento oculare, lacrimazione o dolore (se presente uveite)

È importante sottolineare che la cataratta non è dolorosa, salvo complicazioni (es. uveite facolitica, glaucoma).


Quando rivolgersi al veterinario

È consigliabile contattare tempestivamente il veterinario nei seguenti casi:

  • Presenza di opacità visibile nella pupilla
  • Modifiche nella capacità visiva, anche se parziali
  • Cambiamenti comportamentali (disorientamento, riluttanza a muoversi)
  • Diagnosi recente di diabete mellito: nei cani diabetici, la cataratta può insorgere in modo rapido e bilaterale
  • Trauma oculare recente
  • Presenza di dolore oculare (strabismo, sfregamento dell’occhio, fotofobia)

Un esame oftalmologico specialistico è raccomandato per confermare la diagnosi, valutarne l’estensione e determinare la candidabilità all’intervento chirurgico.


La diagnosi si avvale di un esame clinico e strumentale completo, che può includere:

  • Oftalmoscopia diretta e indiretta
  • Biomicroscopia con lampada a fessura
  • Ecografia oculare (nei casi di cristallino totalmente opaco)
  • Elettroretinogramma (ERG): indispensabile per valutare la funzionalità della retina prima dell’intervento
  • Test della pressione intraoculare: per escludere o confermare glaucoma secondario

Terapia medica

Ad oggi non esistono terapie mediche in grado di ridurre o invertire la cataratta. Alcuni colliri a base di antiossidanti o antinfiammatori possono essere prescritti per controllare l’infiammazione associata, ma non rappresentano una cura.

Terapia chirurgica

Il trattamento risolutivo della cataratta è la facoemulsificazione con eventuale impianto di lente intraoculare artificiale (IOL). L’intervento prevede:

  • Rimozione del cristallino opaco mediante ultrasuoni
  • Impianto di una lente per ristabilire la rifrazione corretta della luce
  • Controlli post-operatori frequenti e somministrazione di colliri per alcune settimane

Il tasso di successo supera l’80% nei pazienti ben selezionati [2][3]. I fattori che influenzano l’esito includono l’integrità della retina, la presenza di complicanze preoperatorie e l’aderenza alla terapia post-chirurgica.


Prognosi

  • Positiva nei soggetti sottoposti a intervento in fase precoce, con retina funzionale
  • Variabile in caso di cataratta ipermatura, infiammazioni croniche o complicanze

Prevenzione

  • Screening genetici nelle razze predisposte
  • Controlli oftalmologici regolari, specialmente nei cani anziani o diabetici
  • Gestione precoce del diabete mellito
  • Trattamento tempestivo di patologie oculari infiammatorie o traumatiche

Sì, la cataratta nel cane può essere trattata chirurgicamente, e l’intervento rappresenta l’unica soluzione efficace per ripristinare la vista nei soggetti affetti. L’operazione di riferimento è la facoemulsificazione, una tecnica microchirurgica analoga a quella utilizzata in oftalmologia umana.

Durante la facoemulsificazione, il cristallino opacizzato viene frammentato attraverso l’uso di ultrasuoni e successivamente aspirato. In quasi tutti i casi, viene inserita una lente intraoculare artificiale (IOL) che permette di correggere la rifrazione e ripristinare una visione quasi normale. In assenza di IOL, il cane può comunque percepire luce e movimento, ma con una qualità visiva inferiore.

L’intervento è indicato solo in cani selezionati, ovvero in soggetti:

  • In buone condizioni generali di salute
  • Con una retina funzionante (valutata tramite elettroretinogramma)
  • Senza glaucoma avanzato, lussazione del cristallino o infezioni oculari attive
  • Con buona collaborazione da parte del proprietario nel seguire la terapia post-operatoria

L’età del cane non costituisce una controindicazione assoluta. Sono candidabili anche soggetti anziani, a condizione che non presentino patologie sistemiche gravi o alterazioni irreversibili della retina.

La decisione di intervenire chirurgicamente viene sempre presa dopo un accurato esame oftalmologico specialistico. Nei casi in cui l’intervento non sia possibile o venga rifiutato, è comunque importante controllare la cataratta per prevenire complicanze come uveiti o glaucoma secondario.

Infine, è bene precisare che la chirurgia della cataratta non è un’urgenza, ma nemmeno deve essere rimandata eccessivamente. In presenza di cataratta matura o ipermatura, le complicanze aumentano e il recupero visivo potrebbe non essere completo.

Fonti e riferimenti

  1. Davidson MG, Nelms SR. “Diseases of the Lens and Cataract Formation.” Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice, 1998; 28(5):1029–1041.
  2. Gelatt KN, Gilger BC, Kern TJ. Veterinary Ophthalmology. 5th ed. Wiley-Blackwell; 2013.
  3. Biros DJ, Gelatt KN, et al. “Prognostic indicators for canine cataract surgery outcome.” J Am Anim Hosp Assoc. 2001; 37(6):512–517.
  4. American College of Veterinary Ophthalmologists (ACVO) – www.acvo.org

Nota finale per i proprietari

La cataratta non è solo un segno dell’età: può essere il campanello d’allarme di una patologia sottostante o di una condizione evolutiva che richiede attenzione.

In presenza di qualunque sintomo visivo o alterazione dell’aspetto dell’occhio, la visita veterinaria da un oculista non deve essere rimandata. Una diagnosi precoce è essenziale per garantire al cane una buona qualità della vita e, quando indicato, un intervento efficace.

Autore Articolo

Dr.ssa Flavia Dal Pastro
Direttore sanitario e responsabile reparto di Oftamologia